La Valmalenco con la sua ricchezza geologia non poteva che scegliere le pietre come suo bene strategico, veicolo per intrecciare passato, presente e futuro.
Tematizzare la pietra locale significa infatti riconoscerle un significato culturale che trascende l'interesse soggettivo valorizzando le risorse ambientali per farle divenire strumenti di crescita collettiva.
Il perchè di una gestione privata
Le forze intellettuali ed economiche che alimentano il festival rappresentano una forma innovativa di gestire l'evento, un metodo teso a sviluppare una forma di rete territoriale che, messa in opera, ne sfrutti l'indubbio vantaggio competitivo.
Il carattere interdisciplinare del festival permetterà al pubblico di vivere liberamente esperienze intellettuali, sensoriali e sociali. I giorni della pietra facendo perno sulla Biennale di scultura della Valmalenco e sugli eventi ad essa connessi, intende rappresentare una forma di comunicazione della cultura che si pone in discontinuità con le politiche tradizionali locali..
Queste perle sono tratte dall'introduzione al prossimo festival della pietra malenca http://www.sondrioevalmalenco.it/home.jsp?idrub=4997
Resta un bel mistero nella realtà estrattiva odierna trovare il "significato culturale che trascende l'interesse soggettivo valorizzando le risorse ambientali per farle divenire strumenti di crescita collettiva...."
Sarebbe interessante verificare nelle cave in quota il livello di "esperienze sensoriali" possibili...
Credo che purtroppo sotto la maschera di tipicità si stanno nascondendo troppe nefandezze. In effetti ora le cave in Valmalenco non c'entrano più nulla col territorio, se non perchè lo sfruttano in maniera davvero esagerata.
RispondiEliminaCosì come la bresaola non c'entra più nulla con la Valtellina e pure il 90% dei pizzocheri serviti nei ristoranti son fatti con farine di via, patate di via ...
bisognerebbe ritrovare il vero orgoglio dell'essere valtellinesi, e non solo inventarsi un attaccamento alla propria terra quando questo si rivela una potenziale fonte di profitto a scapito dei consumatori che invece apprezzerebbero prodotti genuini e alle cui spalle c'è una storia.
e vai di denuncia anche qui...
RispondiEliminaVa sottolineato che utilizzare la PIETRA al posto di prodotti ceramici composti aiuta l'ambiente, le emissioni di gas serra a parità di superficie coperta (che sia un pavimento, un rivestimento o una stufa) sono nettamente inferiori. Bisogna sapere che i prodotti compositi, al contrario della PIETRA, richiedono cicli di pressatura, cottura e verniciatura (nella pietra la natura ha già eseguito queste fasi) che causano elevate emissioni di gas e quindi inquinamento atmosferico.
RispondiEliminaSenza la PIETRA saremmo circondati da colate di cemento con grave impatto ambientale. Svizzera,Germania, Italia, impongono le PIETRE nei capitolati fonte di abbellimento del territorio.
Dopo l'alluvione del 1987 è grazie agli sfridi delle ns. rocce collocate lungo agli argini dei ns. torrenti, se non abbiamo più avuto tracimazioni dei torrenti, Valmalenco compresa.
In quanto ad amare ed essere orgogliosi della nostra BELLA VALTELLINA, non abbiamo da prendere lezioni da nessuno.
Inoltre ricordo che le PIETRE e gli INERTI, sono indispensabili nel sett. Edilizio, nelle realizzazioni delle infrastrutture, nelle fonderi, sett. ceramiche ecc. oltre che essere le ns. PIETRE prodotto DOC della Provincia di Sondrio, PIETRE che hanno contribuito non poco a far conoscere la nostra VALTELLINA in tutto il Mondo.
Ricordo a Michele Comi che le sculture presenti a Chiesa Val.co sono state realizza nei nostri stabilimenti e omaggiate dal Settore Pietre Ornamentali della Valmalenco alle varie Contrade e resteranno, come importante valore aggiunto per il TURISMO dell'intera VALLE.
Se può interessare il settore estrattivo versa canoni consistenti ai Comuni ecc. e stipula Fidejussioni rilevanti.
Ci auguriamo che questa e-mail venga da VOI inserita dopo l'email qui sopra riportate.
Un imprenditrice che estrae e lavora il Serpentino della Valmalenco.
Laura Lenatti Cabello
Replico con le parole tratte da uno scritto recente del collega Popi Miotti...come dargli torto?? Mc www.stilealpino.it
RispondiEliminaIn diverse occasioni operatori turistici e imprenditori della pietra si sono trovati a condividere pezzi dello stesso territorio. Chi credete abbia avuto la meglio? Da anni le attività economiche della valle sono fortissimamente sbilanciate a sfavore del turismo e nonostante i proclami si continua ancora su questa strada. Da anni le locali organizzazioni dei cavatori organizzano eventi e s’impegnano in mostre e opere editoriali per dirci quanto è bello e “naturale” il serpentino tagliato: una elegante e astuta manovra di facciata che lascia intravedere la coda di paglia. Conosco l’importante ruolo rivestito dalle delle cave nella storia e nell’economia locale e non sono fra quelli che le vorrebbero chiuse. Quello che voglio sottolineare, è il grande, e credo irrecuperabile, squilibrio fra le due principali attività locali. Purtroppo, inoltre, lo strapotere economico, quindi politico, dell’industria estrattiva ha plasmato e plasma tutt’ora il destino della valle con la sua visione delle cose. Di riflesso tutto il territorio è stato contagiato da una cultura speculativa spesso di basso livello: molte delle risorse economiche provenienti dalle cave, sono state reimpiegate in centraline e in una pletora di seconde case, sfitte per gran parte dell’anno, che sono un costo per tutta lo società stanziale della valle. Ogni angolo utile è stato occupato da case e palazzi e quelli che restano lo saranno a breve, per poi cominciare a dedicarsi alle zone alte, magari proprio quelle dove, per facilitare le cose, si è cominciato con l’aprire una strada silvo-pastorale in aiuto di un’inesistente attività d’alpeggio. Anche certe manifestazioni turistiche, come quella pur geniale e d’impatto dei tuffi dalla diga, sembrano rispecchiare questa mentalità. Nel frattempo, fra mille beghe il museo mi risulta essere ancora chiuso. Gli spazi di manovra per un cambio di tendenza sono ormai esigui e richiederebbero un serio patto fra tutti i malenchi in cui, forse, qualcuno dovrebbe essere disposto anche a fare qualche passo indietro. Ma eleganza e magnanimità non sembrano abbondare in loco. L’impressione è che la valle stia mangiando se stessa con una voracità cieca e senza limiti; pochi alla fine avranno la pancia piena, sempre che non muoiano prima d’indigestione.
Prova commento
RispondiEliminaMichele Comi, oltre che screditare il Settore Turistico (come qui di seguito) ed inveire contro gli Imprenditori del Settore Estrattivo e non solo, nell’arco della tua vita cosa hai saputo realizzare, per la Società che ti circonda ! ?
RispondiEliminaLeggiamo inoltre che Michele Comi non vuole che si chiudano le - CAVE - questa sua benevolenza non vorremmo sia la concausa del lavoro da lui svolto come consulente nel Settore Cave.
Michele Comi concludo per precisare, che riscontro nei tuoi monologhi qui riportati un comportamento arrogante e offensivo che
– STRIDE – con la Professionalità delle tante GUIDE ALPINE che ogni giorno da diversi decenni, svolgono la propria attività con molta umiltà e spirito di sacrificio, al Servizio della Collettività’.
Un ’Imprenditrice
***************************************************************************************************************************Roberto Pinna: 'Signor Michele Comi, il modo di vivere la vacanza in montagna è cambiato'
Il direttore del consorzio turistico: 'La Valmalenco non ha bisogno di critiche, ma di persone propositive'
Riceviamo e pubblichiamo la mail del direttore del Consorzio Turistico Sondrio e Valmalenco, Roberto Pinna, in risposta al commento giunto nei giorni scorsi alla redazione di Michele Comi, guida alpina della Valmalenco.
Egregio sig. Michele Comi, come principio non amo confrontarmi o replicare su forum o altri mezzi che possono trasformare opinioni in pettegolezzi degni della migliore tradizione estiva, ma sentendomi parte di una organizzazione da lei citata in maniera diretta con tono polemico e molto snob vorrei permettermi di suggerirle di evitare attacchi contro le realtà che ad oggi hanno sostenuto il suo lavoro.
Abbia il coraggio di guardarsi dentro, faccia qualcosa magari senza interesse (ahimè come già successo) senza criticare chi giornalmente ci prova e si mette in discussione e come tale, a volte, anche rischiando di sbagliare. Offrire alternative a quel turismo che come lei definisce "mordi e fuggi" sul territorio non è forse degno del suo concetto di turismo lento e gentile? O forse il turismo che lei cita e poco interessante per le sue personali attività perché questa è la mia sensazione. Troppo comodo, troppo visionario, troppo anacronistico sig. Michele Comi: anche se lei stenta a credere, il modo di vivere una vacanza in montagna purtroppo è cambiato. Sono nate altre esigenze, sono richiesti altri modi di vivere una "destinazione montana " e le altre località alpine da lei velatamente citate ne sono l'esempio. Questo è il nostro lavoro a volte non totalmente condiviso, ma sicuramente legato saldamente al territorio, un lavoro pieno di compromessi, ma sempre attento anche alle più semplici ricadute sull'economia turistica. Fortunatamente la straordinaria "valenza ambientale della Valmalenco" non ha bisogno di critici a pagamento, ma di persone attente e propositive per uno sviluppo turistico che sia sì, legato all'ambiente e alle attività del territorio, ma anche al benessere di tutti gli abitanti della valle, magari anche con un semplice panino.
Le eleganti e lucide argomentazioni riportate nel post precedente, lontane da scomposti attacchi personali, mi inducono a riutilizzare la risposta che diedi al direttore del consorzio turistico..
RispondiEliminaGhiacciai immensi, creste nevose, granito saldissimo
Rientro ora da un lungo tour in quota. Nonostante abbia girato le montagne di mezzo mondo, resto ancora stupito dall’incanto e magnificenza delle nostre montagne, osservate dall’aerea cresta sommitale del Bernina, così come dall’aspra bellezza delle pareti di Cengalo e Badile, vere cattedrali di granito della vicina Valmasino. Tali emozioni le ho naturalmente condivise con i miei compagni di cordata e avventura in parete. Dopo tali bellezze, l’esternazione del direttore del Consorzio Turistico/imprenditrice scivola via, dissolta come la residua neve invernale nei canaloni, in rapida fusione sotto questo sole d’agosto. Se lo desidera, se mai vorrà tentare di comprendere lo spirito autentico di questa Valle potrà, quando vuole, legarsi alla mia corda. Cordialmente Michele Comi guida alpina Valmalenco
Per completezza d'informazione incollo qui di seguito il commento che innescò l'intervento del consorzio..
"I luoghi alti malenchi conservano una valenza ambientale straordinaria; per varietà e storia alpinistica possono competere con tante località alpine. Ciò era (ahinoi) ben percepito in anni lontani.... Esiste tutto ciò che serve per promuovere un turismo lento, gentile e consapevole, capace di remunerare l'unicità dei luoghi. Ci poniamo invece come unicum negativo in tutte le Alpi per concentrazione di attività industriali estrattive e speculazione immobiliare senza limite. Questo per limitarsi ai fatti e senza scomodare paventati progetti vari espansione del demanio sciistico. Ostentiamo foglie di fico che inneggiano ad un connubio pietra-turismo che non ha nessun fondamento nel mondo alpino e vediamo consorzi turistici promotori di manifestazioni che concentrano masse rumorose mordi e fuggi con eventi totalmente slegati dalle vocazioni dei luoghi.
Michele Comi guida alpina Valmalenco"
Michele Comi non può ignorare che sono figlia di LENATTI LIVIO - GUIDA ALPINA - molto stimata e sorella di ENRICO - GUIDA ALPINA - apprezzata in Italia e all'estero, pertanto questo mondo è nel mio DNA, come lo è per i miei figli che praticano questo sport, felici di appartenere alla cordata guidata dalle GUIDE ALPINE DELLA VALTELLINA, che hanno il merito di trasmettere loro regole fondamentali: impegno, sacrificio, amicizia e rispetto reciproco.
RispondiEliminaUn Imprenditrice della Valtellina
Laura Lenatti Cabello