sabato 22 ottobre 2011

GRANDE DISTRIBUZIONE E SPECULAZIONE DANNEGGIANO LA VALTELLINA


È stata indetta dall’Unione dei Commercianti una raccolta firme, idea di un gruppo di commercianti e privati cittadini, per la sensibilizzazione delle principali istituzioni sulle problematiche legate all’eccessiva espansione della grande distribuzione, quali la distruzione e la cementificazione del territorio, il soffocamento delle piccole attività e il mutamento di abiti e costumi della popolazione. Un territorio montano come il nostro necessita di una regolamentazione che impedisca gli scempi a cui noi tutti stiamo assistendo. E con ciò non ci si è solamente mostrato il disagio verso il dilagare dei centri commerciali, ma anche nei confronti delle speculazioni edili nel fondovalle e nei nostri paesi.
Esprimere il proprio amore verso il territorio e la nostra cultura non ha nè colore nè bandiera politica. Parliamo di valori che dovrebbero risvegliare l'orgoglio di ciascun valtellinese.
Giovedì 20 ottobre, in soli 3 giorni ore erano state raccolte oltre 10528 firme. Una delegazione valtellinese ha così avuto udienza dal presidente Formigoni a Milano che ha ascoltato gli interventi dei delegati e espresso volontà di tutelare gli aspetti ambientali ed economici del nostro territorio montano.




  Giovedì 20 ottobre, in sole 36 ore erano state raccolte oltre 10580 firme. Una delegazione valtellinese ha così avuto udienza dal presidente Formigoni a Milano che ha ascoltato gli interventi dei delegati e espresso volontà di tutelare gli aspetti ambientali ed economici del nostro territorio montano.
È stato un passo fondamentale mostrare al mondo politico l'insofferenza diffusa tra la gente.
Ero anche io tra i delegati, in veste di editore de Le Montagne Divertenti, che da anni si fa portavoce degli stessi sacrosanti e condivisi valori espressi nella petizione. Come tutti sono stato molto soddisfatto per il positivo riscontro del presidente della Regione Lombardia. Formigoni, vista l'ingente quantità di firme raccolte in sole 36 ore, i cui nominativi erano riepilogati in un grosso faldone, ha inteso come la questione sia particolarmente sentita dai valtellinesi.
Conclusa l'udienza sono state protocollate le firme e lasciati in Regione i 60 sacchi contenenti tutte le sottoscrizioni originali.

Al pomeriggio una delegazione ben più numerosa ha avuto udienza dal presidente della Provincia Sertori. Pure la sua risposta è stata molto positiva e Sertori si è dichiarato in linea con tutti i valori che hanno motivato la petizione, anche se ha fatto capire come per un reale cambiamento occorra tempo e pazienza. Per ora ci ha assicurato che, finchè non verrà realizzata una strada parallela alla statale 38, verranno bloccati tutti i nuovi insediamenti. Spero si giunga tuttavia a un blocco definitivo e non solo temporaneo.
Pure in Provincia sono stati lasciati i 60 sacchi con le firme raccolte.

Ora si tratta di aspettare e vedere se a queste aperture politiche seguiranno dei provvedimenti che possano dare il via ad un'inversione di rotta nelle scelte di gestione del territorio, cosa che io mi auguro di cuore.

Molte persone, però, non sapendo dell'iniziativa non hanno potuto aderire, allora la raccolta firme è stata prorogata e qui vi segnalo come aderire:

Qui trovate il documento della petizione.

  • la lettera va stampata in duplice copia e sottoscritta in originale
  • in ciascuna copia della lettera dovrà essere riportato in forma originale: per privati cittadini COGNOME – NOME – RESIDENZA (VIA, N° CIV., PAESE, PROV.) E FIRMA. Per le imprese RAGIONE SOCIALE E INDIRIZZO ( utilizzare, qualora disponibile, il timbro aziendale) E FIRMA.
  • Il soggetto che sottoscrive la lettera dovrà essere maggiorenne e potrà essere residente anche in province diverse da quella di Sondrio.
La lettera dovrà essere consegnata  presso gli uffici di Sondrio dell’Unione dei Commercianti o presso tutte le sedi mandamentali o spedita a:
Sondrio Confidi al Terziario
Via del Vecchio Macello, 4/c
23100 Sondrio


oppure: amiamolenostrevalli@libero.it


oppure via fax: 0342511042

giovedì 20 ottobre 2011

Valmalenco dalle creste: si commenta da sè

Povera Valmalenco,
si è esagerato a cementificare e per di più lo si è fatto senza il benchè minimo gusto estetico, ma solo badando a massimizzare le volumetrie è superfluo.


Il triumcementificato di Chiesa, Lanzada e Caspoggio

Pensare che la maggior parte di queste strutture sono vuote per 11 mesi l'anno.
La mia gita in montagna oggi è stata bella, ma le continue e puntuali esplosioni delle mine nelle cave mi facevano voltare a guardare la povera Valmalenco.
L'uomo sta cercando di rovinare il volto a questa valle cercando di speculare oltre ogni criterio di buon senso.
Ah laggiù vedo un quadretto verde: chissà se non è già in progetto un ipermercato!

lunedì 10 ottobre 2011

Shifezze presenti e (ahinoi) future.


Ecco una triste immagine della superstrada Alpe Lago Airale.
Larghezza minima 4 metri, in molti punti almeno 6.

Qui di seguito allego riflessione su queste opere inutili e dannose risalente al 2009 rimasta senza risposta...
E ora ruspa pronta per il Pirlo! Poveri noi..


STRADA PIRLO: SIAMO PROPRIO CERTI DI QUEL CHE STIAMO FACENDO??

Senza l’intervento secolare di generazioni di malenchi, quel piccolo gioiellino che è il maggengo del Pirlo non sarebbe lo splendido luogo decantato da tanti illustri personaggi, così come descritto dettagliatamente da Giuseppe Turani nel recente articolo apparso su Repubblica.

L’uomo da queste parti, come in tutte le Alpi, è stato un eco-fattore straordinario ed ha avuto la capacità di arricchire il suo habitat secondo natura ed in modo originale, realizzando radure e terrazzamenti in linea con un compromesso millenario fra uomo e ambiente.

Le quotidiane fatiche della famiglia Bagiolo che i sega i pra del Pirlo (che falciano regolarmente i prati del Pirlo), hanno consentito recentemente al divo di Hollywood George Clooney di fare pic-nic su una distesa d’erba rasata come uno dei migliori green del pianeta!

Senza il loro lavoro, sovente strappato ai giorni di riposo e alle ferie, avrebbe trovato una distesa di rovi e scignun (erbe e paglie incolte).

Oltre al lato estetico, non possiamo non ricordare che il lavoro di questi pochi eroici uomini di montagna è una delle poche azioni concrete che ripristina quella cultura “verticale” capace di garantire anche l’equilibrio idrogeologico.

Ora, a detta degli amministratori della Valmalenco, la realizzazione di una strada, permetterebbe il miglior mantenimento del maggengo e consentirebbe di dare risposte al progressivo degrado del territorio montano.

La domanda che viene spontanea è se tale decisione risulta sufficientemente ponderata, frutto di tutte le riflessione ed analisi del caso, che precedono la realizzazione di un’opera irreversibile, considerando l’eccezionalità dei luoghi e le note conseguenze negative, con annessi e connessi, che potrebbero innescarsi a catena, se si andrà a consentire l’avvicinamento di mezzi motorizzati al maggengo.

Pur se animata dalle migliori e più nobili intenzioni, come l’accesso chiuso e l’auspicata realizzazione a regola d’arte, alla “svizzera” (al momento pura teoria almeno in Valmalenco), questa frenesia costruttiva pone più di un quesito.

Occorre ad esempio ricordare che presso il vicino maggengo di Giumellino, raggiunto da qualche anno dalla strada, non esiste un solo prato falciato, mentre il Pirlo, raggiungibile solo da un misero tracciato pedestre è quel luogo incantevole che conosciamo, con ampi prati regolarmente falciati.

Contrastare il degrado e favorire l'agricoltura di montagna significa quindi attivare un sostegno vero ed autentico a chi realmente vive e lavora in quota, non già nella realizzazione di opere dalle dubbie finalità agricole.

Sappiamo inoltre che il Pirlo è una nota ed antichissima zona d’estrazione della Pietra Ollare e rientra tuttora tra i poli estrattivi di valle: forse una stradicciola ad uso agricolo larga “solo” 3 metri potrebbe consentire anche un più rapido ed intensivo trasporto a valle della nobilissima pietra verde malenca??

Chiediamoci quindi, prima di dar vai libera alla ruspa, se un po' di cautela non guasterebbe.

Michele Comi geologo e guida alpina della Valmalenco