Ecco quel che si legge nel sito delle Provincia datato 2 agosto 2012...
http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&ved=0CEsQFjAA&url=http%3A%2F%2Fwww.provincia.so.it%2Fdownload.asp%3Ffile%3D%2Fambiente%2Facqua%2Fderivazioni%2Felenco%2Fderivazione_03-08-2012_id369%2Fdomanda_03-08-2012.pdf&ei=leY1UKTIG4rvsgbVwoGIBw&usg=AFQjCNFEbqn4KIIFZ1mLO_B68eHw919eLA
Nota: captazione torrente Secchione è immediatamente a valle dell'Alpe Pirlo.
Ne
approfitto per allegare qui di seguito mi a riflessione datata
29-giugno 2012 inoltrata alla stampa locale, ma mai pubblicata...
Strade di montagna inutili e altre scelleratezze in arrivo?
Domenica
11 giugno di rientro da una passeggiata solitaria serale lungo i
sentieri che sovrastano Chiesa, ho fotografato, da semplice cittadino,
quell'opera insulsa e sovradimensionata rispetto a qualsiasi necessità
agricola, che sta cancellando il sentiero che conduce al maggengo del
Pirlo, un magnifico tracciato pedonale risultato del tempo e delle leggi
della natura.
Ho visto una ferita nella montagna larga sei metri, tale da sollevare il dubbio che possa celare finalità non dichiarabili.
Ho
documentato lo sprezzo dimostrato per la singolarità espressa dal
nostro territorio che si aggiunge all'inesauribile e sistematica
distruzione delle nostre preziose attrattive turistiche e del bene
comune, a vantaggio di pochi.
Dopo la mia segnalazione, ho appreso
che il cantiere è stato sequestrato dalle autorità competenti, segno
inequivocabile che le perplessità espresse avevano un fondamento
oggettivo.
Ai sostenitori ad oltranza delle fantomatiche strade
ad uso agricolo, al lamento delle maestranze a cui è stato spento
l'escavatore, ricordo che è lecito sostenere l'utilità delle strade e il
diritto al lavoro, a patto che rispettino le regole, le prescrizioni
progettuali e i riferimenti di legge in materia.
Ai fanatici
delle rotabili d'alta quota per finalità manutentive ricordo che
l'equazione strada = cura del bosco e manutenzione del territorio è
quanto meno superficiale se non totalmente errata: esistono infatti
innumerevoli esempi di luoghi raggiunti da strade agricole, comunali,
provinciali e statali ove il degrado e l'avanzata dell'incolto è continua e
sotto gli occhi di tutti (pur con magnifiche strade di servizio).
Agli indignati suggeritori di percorsi alternativi, chiedo dov'erano quando era il tempo di vigilare sull'inizio dei lavori.
A
coloro che considerano voci autorevoli unicamente chi conosce le
fatiche dell'agricoltura di montagna, suggerisco di verificare anzitutto
la proprio curriculum agreste e ricordo che, per quanto riguarda la
conoscenza della “barriera della fatica” (come la definisce il grande
alpinista Kurt Diemberger) rappresentata dal muoversi a piedi, ho
qualche consolidata esperienza per tradizione familiare e professionale.
Ma noi malenchi non abbiamo nulla da dire?
Dove
sono i discendenti di quei fieri abitanti che a partire dai primi del
'900 resero Chiesa una tra le località di villeggiatura più ambite delle
Alpi?
A parte la testimonianza e sostegno del miglior albergo di
Chiesa, l'Hotel Tremoggia, dove sono tutti i restanti operatori del
turismo?
Gli artisti, gli eccellenti cantori e testimoni della storia locale?
E
gli abitanti dell'intera Valle, privati in un lampo e per sempre ancora
una volta di un bene che appartiene a tutta la comunità, da conservare e
tramandare integro per le future generazioni?
Dove sono gli
appassionati alpinisti, i locali sodalizi alpini? I frequentatori dei
boschi? I numerosi corridori che regolarmente incontro tra l'Alpe Lago e
il Pirlo? Felici di respirare e correre a due passi da casa, su un
fondo ricoperto di aghi di pino entro pinete aromatiche?
Non
basta più qualche brividino di inorridimento, oltre il quale non è
opportuno o sconveniente andare, forse è giunto il tempo in cui i
malenchi che vogliono bene alla propria valle e sperano che i propri
figli possano qui crescere sereni alzino la testa.
Ciò vale ancor
di più dopo aver letto le recenti dichiarazioni dell'On. Del Tenno in
merito alla proposta di un ulteriore impulso allo sfruttamento dei
residui rivoli d'acqua a scopo di lucro idroelettrico, quale panacea
della crisi economica in Valtellina.
Dopo questa sparata le parole di
Calvino si confermano di un'attualità sconcertante: “Bastò l'avvento di
generazioni più scriteriate di imprevidente avidità, gente non amica di
nulla, neppure di se stessa, e tutto ormai è cambiato, nessun Cosimo
potrà più incedere per gli alberi”.
Per la Valmalenco, già abbondantemente saccheggiata, questo assalto significherebbe il colpo di grazia.
Ricordo
a Del Tenno che la natura selvaggia, unica vera risorsa turistica che
ci rimane, riposa sulle vette del Bernina, così come nei boschi
dimenticati del fondovalle.
Essa rappresenta un mondo complesso,
refrattario alle semplificazioni, dove si fondono irripetibili
combinazioni di storia, geologia, morte, vita, caos e geometria.
Certo
non si può pretendere che chi siede in Parlamento conosca i grandi
narratori dell'incanto della natura come Henry David Thoreau e John
Muir, ma che dimostrino almeno un po' di attaccamento alle proprie
radici...
Basterebbe ricordare cosa scrisse nel lontano 1969 Ezio
Pavesi, medico condotto di Valmalenco, nell'introduzione alla sua guida
turistica della Valle: “ di questo mondo si è voluto parlare perchè
quassù è bello vivere, assaporando lo splendore naturale di questi
luoghi, solo se si ha l'accortezza di non guastarli, ma di conservarli
così come li troviamo.”
29 giugno 2012 Michele Comi guida alpina Valmalenco
Grazie Michele,
RispondiEliminasperiamo che il tuo appello non resti inascoltato.